Ma tu non sei mamma, non puoi capire.
Sì, me lo hanno detto, e sì effettivamente io non sono madre.
Ma è proprio vero che una donna se non partorisce non può essere madre?
Io ho scelto di non avere figli, anche se fino a qualche anno fa la pensavo diversamente.
Avevo scelto anche il nome da darle, Marisol, perché sicuramente sarebbe stata femmina.
Marisol ha poi deciso effettivamente di arrivare tra noi, ma poi ha anche scelto di andarsene dopo qualche mese. E non la ringrazierò mai abbastanza perché mi ha dato la possibilità di vivere l’esperienza più totalizzante della mia vita.
Mai avrei pensato di vivere emozioni così intense, profonde e contrastanti.
Grazie a lei ho compreso un insegnamento fondamentale ovvero che, anche se non ho una figlia fisica, se non sono diventata madre biologicamente, io sono madre.
Ci sono tanti modi per essere madre, per manifestare il proprio istinto materno e il potere creativo e generativo che appartiene solo al femminile.
◾ Puoi partorire tuo figlio come partorire un’idea.
◾ Puoi prenderti cura di tuo figlio come prenderti cura delle persone accanto a te.
◾ Puoi veder crescere tuo figlio come veder crescere il tuo progetto.
Io ho scelto di essere madre attraverso il mio lavoro.
Essere madre, in ogni forma possibile, vuol dire dar voce ad un femminile che chiede di essere riconosciuto ed esplorato, chiede a gran voce di essere espresso sotto forma di idee, intuizioni e progetti. Chiede di andare oltre paure, schemi mentali e credenze limitanti. E chiede anche cura, amorevolezza e accoglienza.
Quel femminile che è anima, è ombra, è oscurità. L’ombra, questa parola tanto cara alla corrente junghiana, ma che ancora fa paura proprio perché, come dice la parola stessa, l’ombra è scura e non fa vedere quello che porta con sé, è tutto quello che razionalmente non si conosce.
Ecco che allora bisogna partire per un viaggio ed esplorare le infinite possibilità del femminile, le infinite possibilità di essere madre in ogni forma possibile, della capacità di generare, di accogliere, curare e nutrire. Un viaggio nell’irrazionale, nelle emozioni, nello sconosciuto con curiosità e coraggio.
Tu sei madre. Indipendentemente dal fatto che tu partorisca o meno.
Riconosci il tuo potere creativo e generativo che è tuo per natura, dagli una forma e vai oltre il pensiero comune della genitorialità.
Ti abbraccio, Rosanna
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